La prevenzione sia della sindrome metabolica con alimentazione sana e attività sportiva, sia del carcinoma dell’endometrio in assenza di sintomi è l’unica arma vincente
A cura della dott.ssa Carla Ettore
dirigente medico in ginecologia e ostetricia ARNAS Garibaldi Catania
Sovrappeso e squilibri ormonali fanno aumentare vertiginosamente il rischio di tumore dell’endometrio, il quinto più diffuso fra le donne italiane e il terzo se si considera solo la fascia d’età 50-69 anni. Si tratta del tumore ginecologico più frequente dopo il cancro al seno. In Italia si registrano circa 8mila nuove diagnosi ogni anno. L’incidenza è maggiore in donne di età menopausale. Si presenta soprattutto verso i 55-65 anni (età media 61 anni) e solo nel 20% dei casi prima che sia iniziata la menopausa: è infatti raro prima dei 40 anni.
La metrorragia, ovvero il sanguinamento uterino anomalo indipendentemente dal ciclo mestruale o in post-menopausa, è il primo campanello d’allarme: per questo le perdite ematiche, soprattutto in donne in età post-menopausale, dovrebbero essere motivo di indagine immediata e approfondita. La sindrome metabolica connessa a obesità, diabete, ipertensione, menopausa tardiva, predispone all’insorgenza della patologia. Il rischio è più elevato anche per le donne che assumono tamoxifene, farmaco utilizzato nella terapia del cancro al seno e in chi ha ricevuto una precedente radioterapia sulla pelvi.
Il motivo alla base dell’aumentato pericolo per queste categorie di persone risiede nell’accresciuta quota di estrogeni che, in tutti questi casi, stimola l’endometrio in modo non adeguato. Diversi studi hanno messo chiaramente in evidenza che l’eccessivo peso non solo fa crescere le possibilità di sviluppare una neoplasia, ma anche di morirne: l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro di Lione, infatti, ha ufficialmente collegato 13 tipi diversi di cancro all’obesità, fra i quali endometrio, colon retto, esofago, rene, pancreas e seno.
La criticità maggiore è correlata alla distribuzione corporea del grasso oltre alla sua quantità assoluta, infatti il grasso viscerale e addominale, situato in profondità intorno agli organi centrali del corpo e quindi non palpabile è ben più pericoloso del grasso sottocutaneo che si accumula in superficie, tra pelle e muscoli. In particolare dei quattro sottotipi di tumore dell’endometrio oggi conosciuti, sembra più associato a questa problematica quello che presenta l’espressione dei recettori ormonali e che viene, di conseguenza, “super-stimolato” dagli estrogeni in eccesso.
In definitiva la prevenzione sia della sindrome metabolica con alimentazione sana e attività sportiva, sia del carcinoma dell’endometrio in assenza di sintomi è l’unica arma vincente. In particolare è raccomandato l’esame ecografico transvaginale annuale anche in assenza di sintomi (sanguinamento vaginale) ed in caso di reperto accidentale di ispessimento dell’endometrio (porzione anatomica dell’utero dove si sviluppa la mestruazione in epoca fertile) è indicato un esame di secondo livello come l’isteroscopia (procedura ambulatoriale che permette di valutare la morfologia endometriale) e annessa biopsia.