La sopravvivenza a 10 anni supera l’80%. II merito è degli operatori sanitari, del crescente ruolo della prevenzione secondaria per diagnosi sempre più precoci, della ricerca ed anche dell’impegno della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori che promuove la cultura della prevenzione come metodo di vita
Articolo scritto dal prof. Francesco Schittulli Presidente nazionale Lilt, per “Il Giornale dell’AMMI
È il cancro al seno il big killer n. 1 con gli stimati nuovi casi 2022 ed una possibile compromessa guaribilità causata dal ritardo della campagna di screening. L’impegno di pervenire ad una completa guaribilità del cancro al seno deve invece oggi riprendere con maggiore consapevolezza ed energia. Per di più, la stessa gratuità dei test genomici per il cancro al seno costituisce un ulteriore positivo significato per poter vincere il tumore. Quarant’anni fa la metà delle donne con un tumore al seno operato moriva.
Oggi la sopravvivenza a 10 anni supera l’80%. II merito è degli operatori sanitari, del crescente ruolo della prevenzione secondaria per diagnosi sempre più precoci, dalla ricerca ed anche del quotidiano capillare impegno della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori che promuove la cultura della prevenzione come metodo di vita. Lo scenario complessivo che oggi dobbiamo affrontare e superare è purtroppo ancora rappresentato da alcune problematiche, amplificatesi con lo stato emergenziale socio-sanitario determinato dal COVID-19. Occorre infatti focalizzarsi su:
- diagnosi precoci in donne sempre più giovani;
- uniformità territoriale dello screening (possibilmente allargato all’ecografia);
- abbassamento dell’età dello screening a 40 anni (e con cadenza annuale);
- codificati controlli clinico-strumentali per le donne già colpite dal cancro al seno;
- coinvolgimento diretto ed attivo del mondo scolastico femminile (corretta informazione ed insegnamento dell’autopalpazione).
La “mission” della LILT coinvolge infatti anche la Scuola al fine di sensibilizzare le nostre ragazze, affinché imparino ed effettuino mensilmente l’autopalpazione del proprio seno (come approccio informativo-educativo alla problematica), nonché la divulgazione dell’importanza della vaccinazione (anche per i ragazzi) per evitare l’infezione da HPV responsabile di patologia tumorale.
Per le donne che abbiano già vissuto l’esperienza cancro al seno si rende inoltre necessario favorire un supporto empatico, psicologico, rigenerativo, estetico, sociale, sia per il superamento di questa fase di criticità della propria immagine sia a garanzia di una più lunga e migliore qualità di vita. In un futuro non più lontano, infatti, grazie alla genomica, potremo curare il tumore al seno anche senza la chemio.
Già oggi, infatti, i test genomici ci aiutano a capire come si comporterà il tumore dopo essere stato operato. Vale a dire quanto sia alto il rischio di recidiva e quale soprattutto sia il trattamento più indicato. Le biopsie liquide, non ancora del tutto affidabili come i test genomici effettuati direttamente sul tessuto tumorale, (DNA o piccoli frammenti di Rna, i micro Rna) che, rilasciate dal cancro nel sangue, ci permettono di riconoscere lo sviluppo di una recidiva con sensibile anticipo.
La LILT, anche attraverso il finanziamento di progetti di ricerca e borse di studio, con i suoi circa 400 ambulatori territoriali, si è resa disponibile a collaborare tangibilmente con il SSN (Regione per Regione) nell’ambito della prevenzione primaria, secondaria e terziaria. La strada per vincere il cancro al seno è ormai tracciata ed il percorso per raggiungere il traguardo non è troppo lontano. Un compito di alta valenza umana per un grande obiettivo:
“No women with breastcancer”, e quindi: MORTALITÀ ZERO PER CANCRO AL SENO!