In questi 2 anni molti pazienti hanno evitato gli ospedali per paura di contagiarsi. L’effetto di “rallentamento diagnostico” sarà alla base dell’aumento notevole delle diagnosi di cancro avanzato che registreremo purtroppo nei prossimi anni
A cura della dott.ssa Aurora Scalisi
Presidente Lilt Catania
Cari amici e soci Lilt,
Febbraio 2022, a 2 anni dall’inizio della pandemia Covid-19, finalmente la curva di incidenza dei casi positivi scende, la pressione sugli ospedali diminuisce e possiamo con ragionevole serenità guardare al futuro sempre sperando che non faccia il suo ingresso, da Paesi con basso indice di vaccinazione, una variante resistente ai vaccini, ma questa è un’altra storia. Facciamo nostro un cauto ottimismo e occupiamoci di un’altra pandemia che esiste da sempre: la pandemia dei malati di cancro.
Ogni giorno in Italia mille persone ricevono una diagnosi di cancro e 500 persone muoiono per questa malattia. In questi 2 anni trascorsi molti pazienti hanno evitato gli ospedali per paura di contagiarsi, gli screening di prevenzione oncologica sono stati prima sospesi e poi contingentati ad un ridotto numero di utenti pertanto non tutta la popolazione è stata invitata, soprattutto al Sud, gli interventi non urgenti sono stati rinviati a causa di reparti riconvertiti e medici e sanitari “comandati” in reparti Covid.
Questo effetto di “rallentamento diagnostico” sarà alla base dell’aumento notevole delle diagnosi di cancro avanzato che registreremo purtroppo nei prossimi anni e noi sappiamo bene che la differenza fra vivere o morire, quando c’è una diagnosi di cancro, è legata alla precocità di diagnosi. Tante cose di certo non dipenono da noi: la ricostruzione e il potenziamento della medicina territoriale che al Sud è molto carente, l’attivazione della telemedicina da noi inesistente, tutte modifiche indispensabili a decongestionare gli ospedali che dovrebbero essere riservati ad urgenze, interventi chirurgici complessi e diagnosi sofisticate.
Noi non possiamo riformare la sanità, anche se il Presidente nazionale Lilt, prof. Franceschi Schittulli, attua un “pressing” costante in tal senso al Ministero della Salute, ma possiamo, individualmente e collettivamente, effettuare in tempo gli esami che possono salvarci la vita: mammografia, pap test, hr HPV test e ricerca di sangue occulto fecale nell’ambito dello screening; visita ginecologica con eco endovaginale, visita dermatologica con dermatoscopia, ecografia senologica e tiroidea, visita urologica anche presso gli ambulatori Lilt, senza mai dimenticare il corretto stile di vita che non ci stanchiamo mai di ricordare, affichè, se diagnosi oncologica ci sarà sia quanto più precoce possibile e non incida negativamente sul nostro benessere.