La LILT di Catania è protagonista di due importanti progetti volti a comprendere i meccanismi molecolari responsabili dello sviluppo della malattia e ad identificare nuove strategie diagnostiche in grado di predire il rischio di insorgenza del melanoma
A cura del prof. Massimo Libra
Docente di Patologia generale e responsabile del laboratorio di Oncologia traslazionale
Il melanoma cutaneo è un tumore maligno della pelle caratterizzato da un’alta aggressività e da un alto potere metastatico. Esso rappresenta circa il 3-5% dei tumori cutanei e la principale causa di morte in tutto il mondo per tumori della pelle. L’85% dei melanomi cutanei si sviluppa a partire dai melanociti che costituiscono nevi preesistenti, mentre il restante 15% insorge come lesione tumorale de novo nell’individuo. Dunque, generalmente, esso è il risultato della proliferazione incontrollata dei melanociti dello strato basale dell’epidermide che danno vita al melanoma cutaneo.
Questo tipo di tumore viene diagnosticato più frequentemente in pazienti con età compresa tra 20 e 35 anni e in pazienti con più di 65 anni a seguito della presenza o esposizione ad alcuni fattori di rischio associati allo sviluppo di questo tumore. I principali fattori di rischio per lo sviluppo del melanoma cutaneo possono essere distinti in: fattori di rischio legati all’individuo, ovvero storia familiare per tumori cutanei probabilmente legati a fattori ereditari o suscettibilità genetica, presenza di lentiggini, fototipo chiaro (caratterizzato da pelle chiara, capelli rossi o biondi ed occhi azzurri o verdi) e infine dalla presenza e dal numero di nei cutanei; fattori di rischio ambientali o legati a stili di vita, ovvero esposizione cronica e intermittente alle radiazioni solari (che rappresenta il principale fattore di rischio legato all’insorgenza di melanoma) scottature solari e infine l’utilizzo di lettini abbronzanti che rappresentano una fonte artificiale di raggi UV.
Nonostante l’identificazione di tali fattori di rischio e l’adozione di campagne di screening e prevenzione per questo tipo di tumore, la mortalità per melanoma cutaneo è ancora elevata a causa della mancanza di biomarcatori diagnostici per il melanoma cutaneo e dell’alta invasività di questo tumore. Da diversi anni la LILT di Catania ha avviato numerose campagne di prevenzione e screening oncologico per il melanoma al fine di diagnosticare precocemente lesioni cutanee sospette e ridurre l’incidenza di questo tumore su tutto il territorio provinciale.
Più di recente, la LILT di Catania è protagonista di due importanti progetti volti a comprendere i meccanismi molecolari responsabili dello sviluppo della malattia e ad identificare nuove strategie diagnostiche in grado di predire il rischio di insorgenza del melanoma. Il primo dei due progetti, conclusosi di recente, è riuscito ad identificare e stabilire il valore diagnostico e prognostico di due importanti marcatori, uno rappresentato da un gene coinvolto nei meccanismi di resistenza alla terapia farmacologica e l’altro rappresentato da una proteina coinvolta nei processi di invasione e metastasi tumorale.
Questi importanti risultati hanno rappresentato la base per un ulteriore progetto di ricerca iniziato lo scorso anno che vede coinvolta insieme alla LILT e all’Università di Catania anche la LILT di Ragusa con l’obiettivo di identificare segnali genetici associati alla capacità invasiva del melanoma cutaneo. L’obiettivo ultimo è quello di utilizzare insieme questi marcatori per potenziare i programmi di screening di diagnosi precoce del melanoma da una parte e ottimizzare le scelte terapeutiche e le terapie mirate dall’altra. I risultati di queste importanti ricerche hanno avuto ed avranno importanti ricadute a livello internazionale confermando l’importante ruolo svolto dalla LILT nel panorama scientifico internazionale della ricerca oncologica con risvolti clinici e terapeutici.