La scelta del modello dietetico dovrebbe sempre basarsi sulle preferenze individuali, sul rischio metabolico e sulla probabilità di aderenza a lungo termine al piano nutrizionale pianificato dallo specialista
A cura della dott.ssa. Rossella Cocciadiferro
Biologa Nutrizionista
L’obesità è caratterizzata da un accumulo eccessivo o anomalo di tessuto adiposo, non è mai stata semplicemente una questione di estetica o di stile di vita come troppo spesso ritenuto, ma una vera e propria malattia cronica con profonde implicazioni per la salute individuale e pubblica. La complessità dell’obesità risiede nella sua natura multifattoriale, che coinvolge aspetti genetici, ambientali, comportamentali e socioeconomici.
Questa complessità si riflette nelle numerosissime comorbidità ad essa associate, tra cui il diabete mellito di tipo 2, le malattie cardiovascolari, l’osteoartrosi e alcune forme di cancro. La fisiopatologia dell’obesità è caratterizzata da una disregolazione importante del bilancio energetico in cui l’introito calorico giornaliero supera cronicamente il dispendio energetico giornaliero. Questo squilibrio è influenzato anche da complessi meccanismi neuroendocrini che regolano l’appetito, la sazietà e il metabolismo energetico.
Ormoni come la leptina e la grelina giocano ruoli chiave in questi processi, e la loro disregolazione contribuisce allo sviluppo e al mantenimento dell’obesità. L’eccesso di tessuto adiposo, specialmente quello viscerale, è metabolicamente attivo e secerne una varietà di ormoni e citochine pro-infiammatorie. Questo stato di infiammazione cronica di basso grado è alla base di molte delle complicanze associate all’obesità, tra cui l’insulinoresistenza, il diabete di tipo 2 e le malattie cardiovascolari.
Non va poi dimenticato che l’obesità e il sovrappeso costituiscono un fattore di rischio importante per lo sviluppo di alcune tipologie di cancro. Per questo il trattamento nutrizionale rappresenta un pilastro fondamentale nella gestione dell’obesità. Gli approcci nutrizionali praticabili sono molti e molto diversificati. Tra questi troviamo sicuramente diete a basso contenuto di carboidrati, dieta chetogenica e la dieta mediterranea.
Quest’ultima, impostata sul consumo di verdura, frutta, pesce, legumi, cereali integrali, olio extravergine di oliva quando associata ad una adeguata attività fisica, ha sempre mostrato importanti benefici in termini di salute generale con un miglioramento dei parametri relativi all’emoglobina glicata e trigliceridi oltre che una riduzione del colesterolo LDL-C, della pressione sanguigna e un incremento del colesterolo HDL-C.
Nei casi più gravi, contemporaneamente ad una dieta equilibrata, si può ricorrere ad un approccio chirurgico. È importante notare che come sappiamo non esiste un approccio nutrizionale che sia valido per tutti. La scelta del modello dietetico dovrebbe sempre basarsi sulle preferenze individuali, sul rischio metabolico e sulla probabilità di aderenza a lungo termine al piano nutrizionale pianificato dallo specialista.
Infatti è cruciale considerare l’approccio a lungo termine. Il mantenimento del peso perduto rappresenta spesso la sfida più grande, richiedendo strategie di supporto continuative e personalizzate. Per questo è fondamentale rivolgersi a professionisti settore.