Nell’ambito dei lavori anche la tavola rotonda “I progressi della ricerca promossa dalla Lilt”
Dall’8 all’11 marzo 2023 Catania è stata la capitale della Ricerca medica grazie ad un convegno internazionale che ha visto la partecipazione di studiosi provenienti da diverse parti del mondo, chiamati a discutere sul ruolo diagnostico e terapeutico di due proteine – RKIP (Raf kinase inhibitor protein) e YY1 (Yin Yang 1) – in alcune patologie degenerative, tra cui i tumori, malattie cardiovascolari e diabete. Le sale del Centro congressi “Four Points” by Sheraton di Catania, sono state la sede del primo convegno internazionale dal titolo “Prognostic and Therapeutic Implications of RKIP and YY1 in Cancer, Diabetes and Cardiovascular Diseases” promosso dal prof. Massimo Libra (Dipartimento di Scienze Biomediche e Biotecnologiche dell’Università di Catania – LILT Catania).
Nell’ambito dei lavori, nella giornata di sabato, l’attesa tavola rotonda “I progressi della ricerca promossa dalla Lilt”, aperta dai presidenti della Lilt di Catania e Ragusa, Aurora Scalisi e Teresa Fattori, nella quale si è discusso degli esiti scientifici di una ricerca, avvenuta a Catania, in cui sono stati identificati nuovi potenziali biomarcatori per la diagnosi precoce del melanoma cutaneo. Lo studio, interamente finanziato dalla Lilt e proposto dal giovane ricercatore siciliano Luca Falzone, è stato condotto nei laboratori di Oncologia sperimentale dell’Ateneo catanese, diretti dal Prof. Massimo Libra, in collaborazione con la Lilt della provincia etnea e della provincia iblea.
“I risultati ottenuti in questo studio – spiega il dott. Luca Falzone – pongono le basi per l’utilizzo di nuovi biomarcatori epigenetici diagnostici e prognostici nonché per l’utilizzo della biopsia liquida quale nuovo strumento diagnostico per il melanoma cutaneo”.
“Grazie al contributo scientifico di questi studi – aggiunge la dott.ssa Aurora Scalisi, presidente Lilt Catania – sarà possibile predire efficacemente il rischio di insorgenza di melanoma cutaneo in soggetti a rischio per familiarità o presenza di nevi displastici al fine di garantire una migliore gestione della patologia e per stabilire in tempi brevi una corretta terapia volta a favorire una prognosi favorevole per i pazienti affetti da questa neoplasia”.